mercoledì 20 agosto 2014

Festival Musicali: non solo rock

Ultra Music Festival, Miami Beach (USA)
L'editoriale del magazine francese Classica - Le Meilleur de la musique classique et de la Hi-Fi (numero 164, luglio-agosto 2014), firmato dal direttore della rivista B. Dermoncourt, è dedicato ai festival musicali estivi. 
Dermoncounrt scrive che ogni estate, in Francia, ci sono più di duemila festival musicali. È presumibile che includa nel conteggio anche le piccole rassegne locali o amatoriali. In ogni caso, anche se fossero un decimo ovvero 200, si tratta comunque una cifra importante e, se alla Francia aggiungiamo il resto del mondo, abbiamo la prova che i Festival Musicali siano e continuino a essere un successo. 
Il motivo di ciò? Come scrive Dermoncourt «Ogni festival racchiude una festa». 
Per il pubblico è piacevole e divertente partecipare a sereni momenti di convivio in cui la musica diventa sia uno stimolo («Vado al Festival XYZ perché ci suona questa band poi quest'altra band e anche (ecc)») che un'occasione di incontro e di scambio. Ai festival vige la legge della compensazione: se una delle live performance è poco soddisfacente magari ce ne sarà un'altra che, a sorpresa, si rivelerà più interessante del previsto.  
Per gli appassionati di rock questi eventi nascono più o meno negli anni Sessanta, con lo 'scandalo elettrico' di Bob Dylan al Newport Folk Festival (25 luglio 1965) o con il Monterey International Pop Festival (16-18 giugno 1967). 
Apollo, dio chitarrista della luce

Non è così: i festival musicali esordirono più di 2500 anni fa, nel sesto secolo Avanti Cristo, quando gli antichi Greci organizzarono i primi Giochi Pitici di Delfi che comprendevano gare sportive e performance musicali.
Nel corso del tempo i Festival hanno subito profonde trasformazioni strutturali e, agli albori del XIX xecolo, i britannici crearono il modello di business applicato ancora oggi: alcune giornate di musica dal vivo e possibilmente all'aperto, con il pagamento di un biglietto per la singola giornata o cumulativo per l'interea rassegna. Non solo musica: oltre ai concerti c'è la possibilità di mangiare o bere qualcosa presso bancarelle e punti di ristorazione situati nei pressi dei palchi (in anni recenti si sono aggiunti anche i banchetti con merchandising di vario genere), nonché di campeggiare o di trovare una stanza in cui alloggiare nottetempo.
Attualmente i Festival Musicali 'certificati' in Italia sono una cinquantina, negli Stati Uniti circa 250, in Inghilterra più di cinquecento. 
Il record di maggior affluenza lo detiene il Summerfest di Milwaukee, nel Wisconsin: undici giorni di musica live, quasi un milione di paganti per ogni edizione. 
Nel numero 21 di Classic Rock Lifestyle ancora per qualche giorno in edicola (l'ultimo numero della gloriosa gestione Tosini-Tronconi-Principato-Fassina-Mora) c'è un mio articolo originale sul celeberrimo Festival di Woodstock. Mi sono divertito a scriverlo e a riprendere in mano tutto ciò che riguardava quelle giornate musicali del lontano agosto 1969 ma credo che, vista l'offerta attuale, non sia salutare chiudersi nella nostalgia dei good old days: in giro ci sono parecchi festival che meritano attenzione, soprattutto festival di Musica Classica, di Elettronica, di Cross-over/Cross-genre e di World Music

Per esperienza diretta posso dire che, generalmente, i Festival Jazz italiani sono infestati da zombi (musicisti o ascoltatori) appassionati di musica morta ovvero di jazz degli anni quaranta/cinquanta. Tali Festival, pertanto, sono da evitare accuratamente (ma esiste qualche limpida eccezione, come l'ottimo Ferrara Jazz Festival). 
Lo stesso discorso vale per molti, pure troppi Festival Rock: noiosi e ripetitivi, affollati da band mediocri che soffocano (in termini quantitativi) i pochi gruppi o artisti davvero interessanti in cartellone, i festival rock italiani sono solo un'occasione di business dove, nel migliore dei casi, il pubblico avrà il pregio di scolare pinte di birra per poi ascoltare - un po' stordito - l'ennesima versione di canzoni famose che conosce a memoria oppure, nel peggiore dei casi, subirà le fantasie musicali di band senza storia senza talento che spariranno nel nulla alla fine della stagione.
Anche in questo caso esistono delle eccezioni e sono i Festival Internazionali di Progressive Rock (per informazioni visitate il sito Prog Archives).
Dunque: lunga vita ai Festival, soprattutto a quelli che hanno ancora senso.

Maurizio Principato

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